L’epoca difficile che stiamo vivendo ha giocoforza cambiato regole e contenuti della comunicazione aziendale.
La pandemia, che ha spesso sconfinato nell’infodemia, ha costretto operatori e brand a rivedere paradigmi consolidati, accelerando in molti casi trend specifici di cambiamento ed evoluzione.
La cosiddetta “Trasformazione Digitale” non è più considerata un “nice to have” ma è ormai “must”. Bisogna necessariamente capire come viverla, gestirla, orientarla. Vediamo le principali tendenze ormai in atto.
No alla tecnica “struzzo-style”.
Non è possibile far finta di nulla, non è possibile arrestare la comunicazione perché, davvero, non si può non comunicare. In un anno siamo passati letteralmente ad un “brave new world” di cui dobbiamo decodificare le caratteristiche per interpretarlo al meglio.
Stare fermi non paga, i Brand devono necessariamente prendere posizione, testare magari, concedendosi anche la possibilità di sbagliare. Ma indietro non si torna.
Fortissimamente Trust
L’epoca pandemica è l’epoca dei Brand. Sono loro che guideranno la ripartenza, già dal 2021. Bisogna dare ed ispirare fiducia, attraverso l’autenticità. Al bando i greenwashing e tutti gli altri procedimenti tricky nel rapporto con il consumatore finale. Trust vuol dire trasparenza, onestà, coerenza. E’ il momento di dotarsi di una carta dei Valori.
Oltre lo storytelling
La prospettiva deve essere questa: andare oltre lo storytelling per mettere sul piatto lo storydoing. La narrazione deve essere più concreta, suffragata dai fatti, dai famosi “casi di studio”. Al bando i proclami, testa bassa e pedalare, per veicolare contenuti di valore che abbiano davvero senso per l’utente. Il passaggio sarà graduale ma inesorabile.
Bando ai guru della domenica
Un rischio concreto è quello di farsi prendere dalla retorica: il fatto di vivere un’epoca speciale e difficile non ci rende improvvisamente saggi. Bando ai guru della domenica e spazio alla concretezza. Secondo un report Kantar, quello che i consumatori si aspettano dalla comunicazione di brand oggi è un “parlare di come la marca è utile nella “nuova” vita di tutti i giorni” (77%); oppure “raccontare/comunicare gli sforzi fatti dal brand per affrontare/migliorare la situazione” (75%), ma anche un torno rassicurante (70%).
Nuovi posizionamenti
Lo scenario pandemico sta rimescolando le carte nella nuova geografia mediale: i follower di ieri potrebbero divenire i leader di domani. I Brand hanno l’arduo compito di verificare attentamente il loro posizionamento, la loro purpose, mettendosi in gioco, non rinunciando al confronto con la realtà, con il consumatori, con il mondo reale.
Nuovi audience
Anche i target stanno clamorosamente cambiando: comportamenti nuovi si sono già fatti strada, nuove tendenze impazzano insieme con nuove modalità di fruizione dei prodotti e dei servizi. Anche qui non si torna più indietro. Il mondo che si sta magmaticamente formando ha bisogno di essere decodificato velocemente per consentire ai brand di comunicare in modo efficace.
Gli eventi
Dopo la scorpacciata di eventi “full digital” (e di comunicazione “remote”) andremo sempre più verso un modello ibrido, che mescolerà la componente digitale con quella reale. In tutti i casi bisognerà rimettere al centro l’esperienza, il contenuto, a discapito del singolo format. Sul fronte tecnologico sono stati fatti enormi passi in avanti, degna di nota è WebinarsPro, soluzione white label powered by Sfeera, per trasmettere in Live Streaming eventi conferenze, seminari, corsi online, convegni, spettacoli, per ottenere il massimo coinvolgimento degli utenti.